Capire le esigenze di un neonato
Pubblicato il 22 luglio 2016
Le domande che mi pongono i genitori al rientro a casa dalla Nursery sono innumerevoli ed esprimono l’ansia di capire le esigenze di un neonato: quando cambio il pannolino al mio bambino? come faccio a capire se ha fame, se ha sonno, se ha mangiato abbastanza? Se… se … se?!
Eh sì cari mamme e papà, la paura di non riuscire a capire le esigenze di un neonato e le sue richieste tiene banco proprio al rientro a casa dalla nursery, momento tanto delicato quanto pieno di gioia.
In realtà i neonati dicono molto di loro; i neonatini sono capaci di comunicare, sono fantastici, perché loro sì che hanno le idee chiare!
Cosa può fare un genitore per entrare in sintonia con il proprio bimbo, per capire le esigenze di un neonato?
Vi sembrerà magari strano, o curioso, ma io ci credo profondamente: bisogna osservarlo.
Non c’è regalo più bello che possiate fare a voi stessi ed al vostro bimbo. Il bebè dice molto di sé, però a volte l’adulto è troppo preso da mille cose. Sì lo so, è difficile fermarsi, e poi per fare cosa? Osservare un bebè? Purtroppo non è raro ancora sentire che i bebè sono tutti uguali: mangiano, dormono fanno la cacca, la pipì… Eh no non ci sto!
I neonati sono unici, come noi siamo unici.
Dico sempre alle mie mamme di annotare le particolarità del loro bimbo, perché ritroverà molto di quel neonato nella sua crescita. Credo che la domanda che crea più ansia è: “Il mio bimbo mangia abbastanza?”
Ma allora, seguendo l’idea dell’osservazione, cosa dobbiamo osservare? Io inizierei con controllare se il bambino fa la pipì, se il seno della mamma prima di attaccare il neonato è più tonico di quando il bambino si stacca dal seno, controllerei la suzione e ascolterei il suo deglutire. È assolutamente vietata la doppia pesata, ma consiglio sempre di fare 1 volta la settimana il peso nudo, così da monitorare la crescita del piccolo.
Osservare il neonato è una modalità che si conquista giorno dopo giorno, che aiuta tutti noi genitori a capire le esigenze dei nostri figli a qualunque età!
Buona osservazione a tutti!
Dimenticavo: se volete farmi una domanda su questo argomento, scrivetele nei commenti, io sono qui pronta a rispondervi!
La valigia dei bambini
Pubblicato il 11 luglio 2016
Arrivano le tanto attese vacanze e la domanda tra le mamme spopola: cosa metto nella valigia dei bambini? Cosa devo portare e cosa invece posso lasciare a casa?
Questo è un argomento ampliamente trattato; mille sono i consigli che vi avranno dato e altrettanti potrete darne voi, care mamme.
A me oggi piacerebbe scrivere di una valigia un pò diversa, vorrei scegliere cosa mettere nella valigia dei bambini tra alcuni dei “Diritti naturali dei bimbi e delle bimbe di Gianfranco Zavelloni”
Il diritto all’ozio
vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti
Il diritto a sporcarsi
giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti
Il diritto agli odori
percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura”
Spesso le mamme mi raccontano che i loro bimbi sono agitatissimi quando tutta la famiglia si ritrova in vacanza: provate a pensare alla gioia che i bambini provano nel condividere un’intera giornata con la mamma ed il papà, potere giocare correre liberi di godere tutti insieme le meritate vacanze.
A volte ci si mette qualche giorno per calibrare i ritmi della giornata, perchè l’adrenalina dei bimbi ha bisogno di ritrovare nei luoghi di vacanza il ritmo della quotidianità, splendidamente alterato dai nuovi stimoli.
Ecco, io mi fermerei qui a godere del sole, del mare o degli splendidi paesaggi di montagna, questi momenti sono unici li abbiamo tanto sospirati e invece pultroppo spesso siamo già proiettati a settembre con l’inserimento al nido o l’inizio di un nuovo ciclo scolastico le attività che vorremmo che i nostri bimbi facessero, perdendo così di vista il contenuto speciale della nostra valigia.
Che bello sarebbe portare con noi una valigia vuota e riempirla solo dei diritti naturali dei bambini poi quando le vacanze saranno finite e torneremo a casa potremmo cercare di trovare un equilibrio, tenendo ben in mente che i bimbi hanno bisogno dei loro spazi, che spesso non sono i nostri, che non è umano gestire i tempi dei bambini come l’agenda di un adulto, ai bambini piace sporcarsi sperimentare e rallentare, insomma vivere una quotidianità molto più semplice di quella che a volte noi adulti abbiamo già programmato.
Quando nasce un bambino
Pubblicato il 6 luglio 2016
“Squilla il telefono e non riconosco il numero, ecco in quel momento, la puericultrice che c’è in me pensa: probabilmente è in arrivo la cicogna!”
Quando una futura mamma o una puerpuera mi contatta, sento nella sua voce la timidezza e la gioia della “Vita”, insieme alle altre mille domande. Non solo, succede anche che sono i futuri o i neo papà a chiamarmi, perchè sono preoccupati per la compagna, perchè vogliono partecipare attivamente alla nascita del figlio e hanno bisogno di un sostegno.
Ci sono delle domande, a cui è semplice rispondere telefonicamente o via email, sia per me che per i futuri o neo genitori, il mio essere puericultrice, il percorso professionale, le notizie cliniche sulla gravidanza e del bambino, l’invio del mio Curriculum Vitae, ma non basta!
E si non basta! Perchè?
Semplice, c’è bisogno d’incontrarsi, perchè è li che inizia la relazione e forse un nuovo percorso di sostegno genitoriale.
Quando conosco una famiglia per la prima volta, sono tesa ed emozionata, parto da casa con largo anticipo (odio arrivare in ritardo!), citofono, prendo l’ascensore o le scale, suono il campanello e poi ci sono loro: i futuri genitori o perchè no i neo genitori con il loro bebè in braccio!
Questo preciso momento è un momento indelebile, si perchè è li che iniziamo a conoscerci, occhi negli occhi.
Oramai lo so, al primo incontro, il tempo passa velocemente, tanta voglia di sapere da parte loro e tanta voglia d’informare da parte mia, cerco sempre di focalizzare l’attenzione dei genitori sulle esigenze reali, partendo dal loro bambino, dai loro ritmi, dal loro essere donna e uomo.
A fine incontro, saluto i genitori e lascio a loro la rielaborazione,
non c’è più traccia di tensione,
anzi nell’aria c’è un buonissimo aroma di caffè!
Puericultrice on-line: esserci o non esserci?
Pubblicato il 21 giugno 2016
Mi sono chiesta molte volte se la mia presenza on-line come puericultrice, dovesse essere un obbligo o potesse essere una scelta. Ecco, diciamo che la differenza e la decisone di “esserci”, l’hanno fatta le “mie mamme”.
Eh sì, proprio così: sono state loro a stimolarmi, perchè oggi condividere un pensiero, una semplice modalità di come affrontare il rientro a casa dalla Nursery e molto altro, può essere un aiuto per chi si trova ad iniziare un percorso tanto fantastico quanto pieno di domande e, perchè no: di “aspettative“.
Mi piace pensare, che voi, in questo luogo virtuale, vi possiate sentire accolti e che possa essere fonte di riflessioni e di approfondimenti. Non amo di natura i sensi unici, amo le diversità dei colori e dei pensieri, insieme potremo riflettere su argomenti tanto delicati quanto importanti, che riguardano la nascita di un bimbo, ma anche di una famiglia nuova, che dovrà strutturarsi nuovamente, ed è proprio in questa nuova strutturazione, che le esigenze del bebè, della mamma, del fratellino e del mitico papà (messo un po’ in un angolino), devono trovare una modalità che più assomigli a loro!
Quando nasce un bambino, quando nasce una mamma, un papà, bisogna fare molta attenzione: la puericultrice deve entrare in punta di piedi, deve osservare, esserci quando l’aiuto è richiesto e bisogna lasciare lo spazio perchè i genitori possano sperimentare ed amare incodizionatamente il loro bimbo, nella loro intimità.
Spesso i genitori mi domandano: “Ma tu Caterina, cosa fai?”.
Nulla di diverso che esserci, con tutto il mio bagaglio professionale: puericultura, allattamento al seno, igiene del neonato, ritmi sonno veglia e molto altro ancora, senza mai dimenticare l’ascolto e l’unicità delle famiglie!
Eccomi io sono pronta ed operativa,
perchè è proprio vero
non si finisce mai di crescere e non sto parlando dei miei “neonatini”, ma di me!
Una presenza rassicurante
Pubblicato il 13 giugno 2016
5 aggettivi alla puericultrice:
Competente, Professionale, Diretta, Risolutiva, Esperta
5 aggettivi alla donna:
Simpatica, Ironica, Dolce, Rassicurante, Comprensiva
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